Questo vino ce le ha proprio tutte (e probabilmente non ne avete mai sentito parlare)

Questo vino ce le ha proprio tutte (e probabilmente non ne avete mai sentito parlare)

 

È andata così: lunedì scorso stavamo assaggiando una batteria di grandi Barolo quando il buon Mirko Feroce ha messo al centro del tavolo una caraffa senza dire nulla. Vino subito nei bicchieri e minuto di silenzio per assaggiare.

 

Sbam!

 

Rubino velato, naso netto e puro di arancia sanguinella, fruttini, erbe aromatiche e qualche spezia: ammaliante, diretto senza essere semplice, bellissimi sia la grinta che il dinamismo del liquido nel calice. Una splendida gelatina di fragole in seconda battuta conquista praticamente tutti.

 

Servito accanto a Barolo strutturati e tannici, il liquido svolazza come una saetta e intriga di brutto al ritmo di "Pungi come un'ape, vola come una farfalla".

 

Qualcuno azzarda Beaujolais con poca convinzione perché alcuni tratti organolettici vanno fuori zona sebbene il sorso sia slanciato e leggiadro, tonico e rinfrescante.

 

Bellissima la beva e la cosa che stupisce è una capacità di resettare i bicchieri precedenti giocando altre carte, a partire da una succosità agrumata trascinante.

 

 

Ed ecco che arriva il responso a scompigliare le carte: 
Spatburgunder 2020,
Weingut Schmitt.

 

 

Fantastico!

 

 

Ecco la risposta quando qualcuno chiede una bottiglia che sia sorprendente, magari pinot nero, dall'ottimo prezzo, bioqualcosa, originale, bella da annusare e buonissima da bere... Bingo!

 

Questo vino ce le ha tutte.

 

Pinot nero tedesco 
 

- Uve certificate Demeter

 

- Purezza in vinificazione. Vendemmia manuale e uve diraspate prima della fermentazione con macerazione di 4 settimane sulle bucce in botti da 2.400 litri. Malolattica svolta naturalmente. Vino non filtrato


- Meno di 30 euro sullo scaffale in enoteca

- Last but not least,
che bella bottiglia!

 

 

 

Poi Bianka e Daniel sono proprio forti e questo rende il vino ancor più buono di quanto non sia.*

 

Un bel jolly da tanti punti di vista.

 

Bello, bello, bello!

 

 

 

* Cantina con 230 anni di storia ora condotta da Bianka e Daniel, coppia nella vita e nel lavoro che conduce 16 ettari di vigna da una decina d’anni. Bianka è ungherese, Daniel è tedesco. Si sono conosciuti nel 2012 quando lei faceva la cantiniera nella cantina della famiglia di lui. Insieme hanno rilevato l'azienda e stanno producendo ottimi vini naturali senza aggiunte. Fondamentali sono stati gli insegnamenti di Patrick Meyer, leggendario vigneron alsaziano, che hanno permesso di metabolizzare e praticare una biodinamica seria (certificata Demeter dal 2012, insieme a sole altre 80 cantine in tutta la Germania). Il denominatore comune dei vini è una sperimentazione continua affiancata da minime manipolazioni e imbottigliamenti senza filtrazioni e dosi bassissime di solforosa aggiunta solo quando necessario. A fare il resto, la Rheinhessen: la più grande regione vinicola della Germania è solitamente associata alla produzione di massa ma negli ultimi anni la reputazione della regione ha iniziato a cambiare grazie ad una nuova generazione di giovani viticoltori di talento che lavorano in biologico nel vigneto, riducendo i raccolti e valorizzando l'eccellente e sottovalutato terroir che possiedono. I vigneti sono distribuiti in vari appezzamenti a Flörsheim-Dalsheim, Monsheim e Kriegsheim.

 

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