È andata così: lunedì scorso stavamo assaggiando una batteria di grandi Barolo quando il buon Mirko Feroce ha messo al centro del tavolo una caraffa senza dire nulla. Vino subito nei bicchieri e minuto di silenzio per assaggiare.
Sbam!
Rubino velato, naso netto e puro di arancia sanguinella, fruttini, erbe aromatiche e qualche spezia: ammaliante, diretto senza essere semplice, bellissimi sia la grinta che il dinamismo del liquido nel calice. Una splendida gelatina di fragole in seconda battuta conquista praticamente tutti.
Servito accanto a Barolo strutturati e tannici, il liquido svolazza come una saetta e intriga di brutto al ritmo di "Pungi come un'ape, vola come una farfalla".
Qualcuno azzarda Beaujolais con poca convinzione perché alcuni tratti organolettici vanno fuori zona sebbene il sorso sia slanciato e leggiadro, tonico e rinfrescante.
Bellissima la beva e la cosa che stupisce è una capacità di resettare i bicchieri precedenti giocando altre carte, a partire da una succosità agrumata trascinante.
Ed ecco che arriva il responso a scompigliare le carte:
Spatburgunder 2020,
Weingut Schmitt.
Fantastico! |