Questa è una proprio una bella novità: Cantina del Barone e 2 Fiano eccezionali

Questa è una proprio una bella novità: Cantina del Barone e 2 Fiano eccezionali

Quando una nuova azienda entra in catalogo c'è un misto di euforia e curiosità nell'aria perché è sempre un po' come allargare la famiglia. Quello di oggi è uno di quei casi in cui la soddisfazione è doppia perché ci piace chi ha le idee chiare e sa metterle in pratica producendo vini che ci conquistano dimostrando nel tempo personalità e affidabilità.
 
 
 
 
Beviamo da anni i vini di Luigi Sarno - Cantina del Barone - e poter affiancare questa piccola perla dall'Irpinia ai vini di Ciro Picariello che nel cuor ci sta è motivo di grande orgoglio.
 
 
 
Luigi è giovane, enologo e soprannominato da molti "fianologo". Vincitore nel 2018 del premio Giulio Gabelli, guida ormai da anni la sua cantina con rara sensibilità, combinando preparazione scientifica ed intuizioni artigianali.
 
 
 
 
(Qui sotto in foto, Luigi è ritratto con l'amico e sodale Angelo Muto - Cantine Dell'Angelo - cui offre da anni un prezioso supporto enologico nella vinificazione dei suoi ottimi Greco di Tufo)
 
 
 
 
Ma andiamo con ordine, partendo dal nome: perché Cantina del Barone?
 
 
 
 
Cesinali, piccolo centro agricolo in provincia di Avellino, da oltre un secolo la famiglia Sarno si dedica alla cura della terra. Solo a metà degli anni Novanta, Antonio Sarno la acquista dal Barone, residente a Napoli, per cui
lavorava. Qui, da terreni di origine vulcanica, con una forte presenza di minerali e la roccia madre presente in superficie, l’esposizione a Mezzogiorno regala condizioni perfette, che si combinano con l’influenza del Monte Terminio e del Monte Partenio: habitat ideale per le uve Fiano! 

A fare da contorno, 4 ettari di noccioleti, orti stagionali, alberi da frutto e animali: un terroir fantastico
 
 
Cantina del Barone lavora una sola uva - il Fiano - e produce due soli vini: Paone Particella 928. Focalizzazione maniacale su un'unica tipologia, che spettacolo!
 
 
 
A colpirci di Luigi è quell'incessante desiderio di combinare una solida competenza tecnica con l'esigenza di lavorare le uve senza aggiunte ed elaborazioni invasive.
 
 
 
 
I suoi Fiano sono hanno una personalità clamorosa ma mai fuori controllo: umori, odori e sapori viaggiano di pari passo in bottiglie che, tra l'altro, tengono magnificamente nel tempo.
 
Recenti assaggi di Particella 2013 e 2014 hanno riveltato ancora sottili riflessi verdolini e brillanti che fanno da preludio a liquidi integri e favolosamente espressivi, con quel carattere "fianoso" che è inconfondibile. 
 
 
 
 
 
 
 
Due sole etichette, dicevamo.
 
 
 
 
Paone è il vino della tradizione e della memoria, il Fiano base della famiglia Sarno dedicato ad uno splendido animale - il pavone, appunto - simbolo della vita nobile e blasonata.
 
 
 
Se ogni aristocratico che si rispetti non poteva non possedere nei propri terreni delle splendide voliere, il Barone Napoletano, storico proprietario degli ettari oggi lavorati dai Sarno, sfoggiava i suoi pavoni nutrendosi poi delle carni prelibate di questi uccelli.
 
 
 
 
 
Proprio in memoria del Barone, la famiglia Sarno ancora oggi ospita nei propri terreni i pavoni, simbolo di eleganza e signorilità.
 
Solo acciaio, temperatura non controllata e permanenza sulle fecce fanno di questo Paone 2019 un Fiano davvero ma davvero squisito e dall'ottimo rapporto qualità/prezzo
 
 
 
 
Tenero eppur deciso, sfumato, dall'incedere progressivo al palato e molto riconoscibile.
 
 
 
 
Prodotto in 8.000 bottiglie il Paone e in sole 4.000 il Particella 928, è più probabile che abbiate sentito parlare di quest'ultimo perché - nonostante il livello altissimo di entrambi i vini - delle due etichette è quella più nota agli appassionati.
 
 
 
 
 
 
Nel 2001 parte della vigna di Fiano, la "Particella 928", viene reimpiantata con un nuovo sesto di impianto e con un diverso orientamento dei filari.
I 2.800 ceppi ricevono così i raggi del sole in modo uniforme su tutta la chioma, regalando ai grappoli una migliore maturazione.
 
 
 
 
 
Nel 2009 le uve vengono vinificate a parte per la prima volta. Fermentazione senza controllo della temperatura e permanenza sulle fecce per circa sette mesi. Infine, quattro mesi di affinamento in bottiglia per dare vita al Particella 928.
 
 
 
 
 
Acidità e carattere torbato in abbondanza, grinta acida e un sottilissimo finale tannico, questo Campania Fiano Particella 928 2019 è indiscutibilmente un grande vino bianco d’Italia.
 
 
 
Grande uva, macerazione di due ore in pressa con i raspi, fermentazione di due settimane senza inoculo di lieviti, maturazione sulle fecce in acciaio per 8/12 mesi a seconda dell'annata e aggiunta di solforosa solo all'imbottigliamento sono il "segreto" dietro a Paone e Particella 928.
 
 
 
 
 
Due vini grintosisaporiti, per nulla accomodanti o sdolcinati - non vogliono piacere a tutti e sanno di non poter piacere a tutti - severiclamorosamente irpinimeravigliosamente buoni nel loro essere caratterialiveraci per nulla dimostrativi.
 
 
 
 
 
Benvenuto, Luigi Sarno!

 

[Foto cover: Simone Di Vito]

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