Immaginate il prototipo di sauvignon del Nuovo Mondo, metteteci sopra il nome più noto che vi viene in mente, aggiungete una spremuta di peperone verde/immaturo e non potreste essere più lontani dal Sauvignon Blanc 2017 di Sam Vinciullo, prodotto a Warner Glen nella regione di Margaret River (Australia Occidentale), per così dire un po' lontano da qui. Se esiste un vino naturalmente deflagrante, eccolo qua.
Lo abbiamo stappato in preda a una trance semi-collettiva dopo aver messo nel bicchiere l'altrettanto folgorante Margaret River Warner Glen Chardonnay 2017, che quanto a tratti somatici spiazzanti ha tutta la grinta del mondo da vendere, a maggior ragione perché si confronta con una pletora di chardonnay New World style che più diversi non potrebbero essere. Bottiglia verde trasparente e torbidità in vista, lieve riduzione iniziale poi solo gloria: naso splendido di glicine e pompelmo, mimosa e cedro, delicatissimo e comunicativo. Tonico e scattante in bocca, peso medio-leggero e sorso rilassato, risolto, scorrevolissimo. Solo 11% di piacere puro, senza additivi, senza solfiti aggiunti, senza legno, 5 giorni di macerazione in contenitori da 1000 litri di plastica alimentare. Ma è con il Margaret River Warner Glen Sauvignon Blanc 2017 che abbiamo chiuso il cerchio attorno a uno dei più interessanti giovani produttori australiani che, tra l'altro, conosce bene il nostro paese per aver fatto esperienza sull'Etna da Frank Cornelissen. Proprio di ritorno dalla Sicilia, a fine 2014, Sam Vinciullo inizia la sua avventura, con l'obiettivo dichiarato per il 2018 di lavorare solo uve di proprietà strenuamente fedele alla filosofia del "Less is more": no prodotti sistemici, no solfiti aggiunti, no filtrazione, no additivi, no legno.
Non filtrato quindi velato, il Sauvignon Blanc ha un naso a metà strada tra luna park, fuochi d'artificio di Capodanno e Alfa Centauri: di nettezza e intensità conturbanti, ha una pulizia di profumi perfettamente sgranati e distinguibili che lascia senza fiato. Un cesto di mandarini, pesche gialle, erbe aromatiche, arance rosse e chi più ne ha più ne metta. Diretto e stratificato, rende quasi impossibile staccare il naso dal bicchiere e farlo sarà un supplizio. Un vino senza compromessi che punta ad estrarre dalle uve il massimo del loro potenziale ma rigorosamente senza scorciatoie. Andrebbe fatto assaggiare a chi sostiene l'appiattimento da macerazione dei vini da uve bianche visto che qui i 10 giorni di contatto con le bucce in vasche di plastica alimentare portano a una delizia. Il sorso è facile, immediato e coinvolgente, pronto e di grande equilibrio. Solo 11,8% di alcol, buono con pane e salame o anche senza niente. Dopo 5 giorni a bottiglia scolma, aperta e senza tappo il colore inizia a virare sul ramato ma il profumo rimane una meraviglia. Bottiglia spiazzante, emotivamente densa di suggestioni in pieno spirito Caves al 100%.