Quando si dice che il Verdicchio è uno dei vini/vitigni più grandi d'Italia bisognerebbe pensare esattamente a un vino come questo Belrespiro 2021.
Il naso no ha nulla di folkloristico o fantascientifico, parte quasi timido, non sbraita e non ha manie di protagonismo.
Nel bicchiere, Belrespiro si muove compassato lasciando intuire tutti quei rimandi che profilano i grandi Verdicchio come anice, timo, santoreggia, finocchietto, poi anche fieno e pera. Ci si diverte tanto ad annusarlo ma è poi al sorso che il vino mette quinta e sesta marcia: consistente, ampio, lungo, calore e freschezza vanno a braccetto con un finale saporito, abbondante, trasversale nel coniugare meravigliosamente profondità, spessore e acidità in perfetto equilibrio.
C'è una grazia cristallina che caratterizza un liquido già significativo ora ma che lascia intuire un potenziale di maturazione in vetro che è prerogativa esclusiva di grandi bottiglie che possono sfidare il tempo senza alcun timore.
Stefano e sua moglie Melissa questo lo sanno bene perché è qui che voleva arrivare quando si è messo in testa di fare Verdicchio nelle Marche, iscrivendosi a Viticoltura ed Enologia a Bologna quando aveva 28 anni e contemporaneamente inizia a lavorare in Romagna con il Sangiovese. Solo in seguito, dopo aver conosciuto Aroldo Bellelli, stimato agronomo ed enologo marchigiano con una spiccata sensibilità bianchista, avrebbe scoperto il terroir di Matelica fino a decidere di realizzare lì il suo sogno, partendo da una piccola e vecchia vigna dall’altissimo potenziale cui si sarebbe solo in seguito, nel 2022, aggiunta la gestione di 1,8 ettari di vigne di 12 anni in affitto in zona Pagliano. |