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Anche con tutta la buona volontà del mondo, è impossibile trovare una foto che renda giustizia alla bellezza sontuosa e suggestiva dell'Abbazia di Sant'Antimo a Montalcino.
Arrivi a Castelnuovo dell'Abate, quadrante Sud-Est della denominazione "cittadina", e quando l'occhio si fissa lì rimani a bocca aperta. |
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Partendo dall'assaggio dei vini, mettiamo sempre l'aspetto "scenografico" in secondo piano ma il giorno in cui vi capitasse di incontrare Luca Fanti siete autorizzati ad insultarlo con tutto il nostro appoggio.
Perché uno che quando si sveglia la mattina ha davanti un panorama così ha davvero qualcosa da farsi perdonare nella vita. |
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Breve passo indietro: Luca Fanti è La Palazzetta, seconda generazione di viticoltori giusto perché Carla e Flavio Fanti hanno iniziato a fare vino nel 1988 con un solo ettaro di Sangiovese. Azienda (nella foto qui sopra) in basso a sinistra, abbazia di Sant'Antimo più avanti sulla destra: spettacolo puro.
Qui i bisnonni arrivarono un bel po' indietro negli anni, al tempo dei calessi, e mai avrebbero immaginato che Montalcino sarebbe diventata quel che è oggi. Men che meno avrebbero pensato a pronipoti - Luca e sua sorella Tea che si occupa dell'amministrazione - con 16 ettari di vigna da gestire in uno dei comprensori più ricercati e blasonati di tutta Italia.
L'altra (grande) fortuna è quando i padri riconoscono il talento dei figli lasciando campo libero nella gestione ma offrendo supporto e collaborazione. Così è stato tra Flavio e Luca, che oggi guida la produzione con un papà sempre attivissimo in campagna.
Questa foto rende benissimo la loro complicità. |
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Per carità, un po' di fortuna nella vita non guasta e avere vigne accanto a quelle di Poggio di Sotto e Stella di Campalto non deve proprio essere una iattura.
Il parco vitato a La Palazzetta è un autentico patrimonio a cielo aperto, curato con un'attenzione e un rigore che raramente abbiamo trovato in giro.
In questo Luca si sta dimostrando molto lungimirante e accorto, cercando sempre esposizioni differenti e in altitudine possibilmente intorno ai 500 metri per ottimizzare le già buone condizioni di partenza: da 330 a 380 metri sul livello del mare, inverni non eccessivamente freddi, estati calde, primavere e autunni piovosi e 4 microaree diverse tra loro, di cui una originalissima nel comprensorio perché caratterizzata dal caolino, una roccia detritica, ricca di minerali e ossidi di ferro, con bassissima porosità e una colorazione che varia dal bianco al grigiastro. Bassissime quantità di rame e zolfo, in sinergia con induttori di resistenza (alghe marine, succo d'arancia, zeolite cubana), testimoniano la focalizzazione di Flavio e Luca verso una gestione viticola a basso impatto.
L'azienda è certificata biologica dalla vendemmia 2018 ma vale sempre la stessa regola: prima le persone. |
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Luca Fanti è un nome nuovo di Montalcino.
È giovane, moderno, ha voglia di fare e di fare bene. È ambizioso nel senso buono, assaggia tantissimo, beve di tutto sia in zona che fuori zona e questo si riflette molto nei vini che sta facendo, più snelli e slanciati rispetto a quelli del recente passato aziendale.
Per noi divertenti a goduriosi già a partire dalle due (in totale sono quattro) etichette più immediate e approcciabili: per Brunello di Montalcino e Brunello Riserva ci sarà tempo in autunno.
Ah, solo ed esclusivamente Sangiovese.
Flavino, per capirsi, arriva da viti giovani (5-15 anni) e non ha nemmeno una delle denominaizoni "forti". Una specie di anticamera dei grandi vini pur essendo un'etichetta che può far divertire e godere senza pensieri in molte situazioni. Il più sbarazzino della batteria, fa una macerazione non troppo prolungata poi solo acciaio e cemento.
La purezza della semplicità. Rubino viola intenso, diretto sulla ciliegia bella carnosa, con tannini morbidi e buona acidità.
Basta metterlo a tavola, lui farà il resto! |
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Adesso però si comincia a fare sul serio, specie per chi vuole i "titoli nobiliari" scritti in etichetta.
Nel Rosso di Montalcino 2022 le viti di 15-20 anni danno uve ricche abbastanza da maturare circa 14 mesi in tonneaux da 5 hl di rovere francese. C'è quel gradino in più in termini di complessità e materia rispetto a Flavino (e quel gradino in meno rispetto al Brunello), per cui alla marasca si aggiungono la viola e un tocco di arancia sanguinella mentre il sorso si stratifica con un corpo pieno, tannini morbidi di bellissima tessitura, buona acidità e un sorso profondo, di bella persistenza.
Se Flavino sta bene anche con un bel tagliere di salumi o una pappa al pomodoro, qui a tavola si gode forte con un intero menu toscano: dal lampredotto alle pappardelle con il ragù di cinghiale, finendo magari con cacciagione e formaggi di media stagionatura. |
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Insomma... Già senza mettere a tavola gli assi, La Palazzetta è una bellissima scoperta di questo 2024 e la sensazione è proprio quella di una storia in divenire in cui le pagine che arrivano sono destinate ad arricchire irrimediabilmente quelle già scritte.
Insomma, tutti avvertiti: teniamo d'occhio Luca Fanti perché ci sarà da divertirsi. |
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