Sarà un grande 2018. Prima novità dell’anno: Monte Maletto, Carema

Sarà un grande 2018. Prima novità dell’anno: Monte Maletto, Carema

Quel volpone di Fabio Rizzari su Piattoforte ci è arrivato prima di tutti perché una delle novità del catalogo Les Caves 2018 viene proprio da quel Nord Piemonte che per gli osservatori più accorti vedono destinato alle luci della ribalta negli anni a venire. Stiamo parlando di Monte Maletto, l’azienda del giovane e promettente Gian Marco Viano.

Carema è l’estremo nord del vino piemontese, al confine con la Valle d’Aosta e con l’umana dedizione a fare vino eroico, tenace e ribelle laddove basterebbe uno sguardo alle vigne per desiderare un divano su cui sprofondare invece di tribolare. Il vino di Carema rimase impresso anche a Mario Soldati – che lo ricordò “dal gusto di sole e di roccia” – e la tradizione contemporanea è stata conservata da due sole cantine: la locale cooperativa Produttori Nebbiolo di Carema e l’azienda Ferrando, cui si devono bottiglie dal sapore mi(s)tico.

La notizia recente – già anticipata qualche mese fa – è l’arrivo di nuove realtà nel comprensorio canavesano. Prima fra tutte, proprio Monte Maletto di Gian Marco Viano che, dopo l’esperienza con Dazero vini ha deciso di fare ancor più sul serio. Così racconta a Fabio Rizzari:

Io parto come sommelier, ho lavorato per sette anni ad alto livello quasi sempre in ristoranti stellati (Ramsey, Cannavacciuolo…). Quando lavoravo in Valle d’Aosta, al Bellevue di Cogne, prendendo l’autostrada da Ivrea verso la Valle vedevo questa conca stupenda alla mia destra, le terrazze di Carema, e le sentivo come un richiamo… Così ho cominciato a lavorare per fare vino in zona: ho cercato finanziatori per il recupero di alcuni vigneti abbandonati e ho imbottigliato presso la Cantina Cooperativa piccole partite di Carema. Ben presto mi sono accorto che quella era una scorciatoia, non la strada principale, e così ho abbandonato quel tipo di impostazione per prendere in gestione un primo piccolo vigneto di 600 metri quadrati.

Dalla bottiglia alla vigna, insomma. Gian Marco si è reinventato partendo dalle basi, dalla potatura, e imparando un week-end dopo l’altro la difficile arte di fare vino, anche grazie all’esperienza in alcune cantine locali (Orsolani, Tenuta Roletto, Cantina Briamara). “Queste sono le prime annate in assoluto prodotte totalmente da me, con l’aiuto importante di Maurizio Curto, un amico di mio papà che con entusiasmo è voluto entrare nel progetto. Abbiamo in gestione circa mezzo ettaro a Carema, frazionato in 7 vigneti, e altri 3.800 metri quadrati di Erbaluce nel comune di Parella.”

Solo due i vini prodotti per ora: l’Erbaluce di Caluso “Vecchie Tonneau” e un rosso che dal 2016 sarà Carema e che alla sua prima uscita è “solo” Battito del Maletto (senza annata in etichetta): 95% nebbiolo nelle sottovarietà picotendro e pugnet, 5% ner d’Ala. Uve per il 30% non diraspate, poi macerazione per circa 40 giorni, svinatura, sosta in acciaio fino alla successiva primavera e 18 mesi in barriques usate a seguire. 12,5% di alcol e poco più di 700 le bottiglie prodotte nella vendemmia 2015.

Lasciamo a Fabio Rizzari le note di degustazione. Ne vedremo delle belle quest’anno.

Battito del Maletto Monte Maletto (senza annata)
Colore delicato, con il summenzionato parametro di saturazione. Profumi lievemente velati subito dopo la stappatura, poi molto rapidamente più limpidi e focalizzati su aromi di lampone, con intriganti nuance di brace ed erbe officinali. Molto fine, sottilissimo, ricamato al gusto, modulato nello sviluppo; tannini impalpabili e finale in crescendo di intensità, davvero puro.
Bravo Gian Marco, “promettente” mi pare un aggettivo quasi inadeguato.

[Foto: Piattoforte]

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