Grammatica del Barolo, le basi: Serralunga 2013 di Principiano è una meraviglia

Grammatica del Barolo, le basi: Serralunga 2013 di Principiano è una meraviglia

Potremmo partire direttamente dall’assaggio perché questo Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2013 di Ferdinando Principiano ci ha letteralmente ammaliato però così faremmo torto a una storia come quella di “Tarzan” che racconta perfettamente gli ultimi 20 e più anni di storia di Langa. A metà degli anni ’90, Principiano era una modernista spinto: concentrazione, densità, addizione enologica, esasperazione. Quanto più i suoi vini ottenevano riconoscimenti, tanto più cresceva l’insoddisfazione di Ferdinando, che si sentiva sempre più stregone e sempre meno cosciente viticoltore del non fare.

Gli anni non sono passati invano, Nando ha sterzato gradualmente il suo approccio e l’oggi racconta vini sottrattivi, eleganti, quotidiani anche nelle etichette più importanti. Bevibili, non omologati e prodotti con una saggezza che è patrimonio acquisito dopo tanti mal di pancia.

Questo Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2013, nel bicchiere, è davvero squisito e racconta un percorso di vita coi suoi appena 13% di alcol, frutto del recente abbandono dei diradamenti.

Colore rubino trasparente e brillante, solo sul bordo tradisce un filo granato nebbiolesco.
Viola, amaretto, prugna, scorza d’arancio, mallo di noce e glicine: il naso è immediato, ammaliante, un autentico trionfo di nitidezza. Si fatica a scollare le narici dal bicchiere tanto è delicato e sensuale questo profumo: intensità odorosa ai minimi termini, la bellezza viene sussurrata con un linguaggio comprensibile a tutti.
In bocca il sorso ha un peso medio e un ingresso incisivo. Il liquido prende possesso della lingua con austerità, una leggerezza non ostentata ma infiltrante. Il tannino in chiusura scalpita, è spigoloso, racconta un’irruenza giovanile nervosa che a Serralunga d’Alba è particolarmente marcante.

Già buonissimo ora, tra cinque anni avrà trovato una fisionomia ancor più compiuta; tra dieci e più anni dovremo disperarci di non averne piena la cantina.

[Foto Principiano: Mauro Fermariello – Winestories]

Condividi