I 2,30 ettari di vigna sono situati ad un’altitudine che varia da 743 a 769 metri sul livello del mare. Poco più di un ettaro è dedicato alla coltivazione di Nerello Mascalese, autentico re del versante Nord (caratterizzato da clima più umido e suoli vulcanici antichi).
Difficile non sposare l'entusiasmo per il progetto espresso da Renato De Bartoli: “Per me un grande stimolo, sto scoprendo un’area davvero vocata, un ecosistema che abbraccia anche la gastronomia. Il territorio è curato, da Linguaglossa fino a Randazzo la statale 120 è una delle strade del vino più belle al mondo. C’è una socialità che ruota attorno all’agricoltura. C’è una società contadina ancora viva e dinamica. L’Etna è forse l’unico posto al mondo dove la manodopera è ancora locale. La mia azienda è un microcosmo completo di Etna: ci sono i piccoli terrazzamenti, che qui chiamano rasule, le torrette con le pietre di risulta, il palmento, la vecchia cantina, l’uliveto da cui farò l’olio extravergine e poi il vigneto censito nel 1940. L’unica mia forza è il passato”.
La combo De Bartoli + Etna ha qualcosa di speciale e questo è il momento giusto per scoprirla.
Partendo da un Rosato perché questo inizio di febbraio ha portato con sé in tutta Italia condizioni meteo da metà maggio, con un sole splendido un po' ovunque in Italia, anche in alta quota.
Niente di meglio per stappare l'Etna Rosato 2021 DBE, che ha un colore favoloso e profuma nitidamente di fragole in gelatina e ciliegie in confettura. 12,5% di alcol e un succo morbido, accogliente, che restituisce il frutto di viti esposte a Sud che affondano le radici su sabbie vulcaniche a 750 metri di altitudine. Macerazione di 48 ore a temperatura controllata e vinificazione solo in acciaio (con affinamento di 6 mesi) fanno di questa etichetta la porta d'accesso perfetta per scoprire i tesori dell'Etna. |