Sta per cominciare la stagione dei rosati e lui è pronto: Grace 2017 di Arcari+Danesi

Sta per cominciare la stagione dei rosati e lui è pronto: Grace 2017 di Arcari+Danesi

La nuova uscita del Dosaggio Zero 2014 di Giovanni Arcari e Nico Danesi non è una notizia perché il tandem spumantista funziona di brutto ed ha ormai un pubblico consolidato di appassionati bevitori che apprezzano quel modo differente di intendere la Franciacorta. Stiamo parlando del Metodo SoloUva e nel caso vi foste persi lo spiegone potete trovarlo qui.

Dosaggio Zero 2014, dicevamo, che conquista una volta ancora la necessaria menzione tra le bottiglie di Franciacorta meritevoli della massima attenzione. In questo caso, aumentata da qualità organolettiche capaci di tratteggiare una fisionomia gustativa di tutto rispetto, con profumi primariamente di frutta, cui solo in un secondo momento si aggiungono le note da metodo (poco) classico, e uno sviluppo al palato che gioca tra sfericità della materia e severità dello scheletro. Un gran bel bere impossibile da non consigliare per le più svariate occasioni.

Ma non è questa l’unica novità in casa A+D. Proprio da pochi giorni, infatti, abbiamo in magazzino Grace 2017 cioè la nuova release – la seconda – del rosato che Giovanni e Nico producono a Caionvico e che, se proprio volessimo buttarla sul dilagante storytelling, non sarebbe secondo a nessuno. Basterebbe questa presentazione:

Grace non è solo un vino. È parte di un progetto ben più ampio ed ambizioso nel quale Danesi,
Rudelli ed Arcari vogliono tratteggiare la miglior opzione possibile da affiancare alla DOC Botticino – la
più storica denominazione bresciana che ormai conta solo una trentina di ettari coltivati. Questo
territorio è decisamente vocato alla viticoltura infatti la vite ha bisogno di pochissimi interventi umani e
le piante, di oltre settant’anni, sono testimonianza di questo. Fondo calcareo sovrastato da argilla è il
letto naturale dove le piante hanno prosperato per decenni e dalle quali oggi nasce questo vino.
Il nome Grace prende ispirazione dalla famosa Grand Central di Manhattan, realizzata con il marmo
di Botticino.

Rispetto alla versione 2016 è cambiata la percentuale delle uve: è la schiava a fare la voce grossa mentre la barbera è retrocessa in seconda posizione, invariato il resto e solo lievemente differente la trama del vino. La schiava esplode da tutte le parti e, oltre ad addolcire il tratto gustativo, arricchisce il naso con un sottilissimo tono speziato. La bottiglia trasparente è un carattere distintivo di tanti rosati e il motivo principale è puramente estetico: certi colori sono proprio belli da vedere e sarete poi voi a dirci quanto appeal abbia.

Tappo a vite di massima praticità e garanzia, prezzo decisamente abbordabile. 9.000 le bottiglie prodotte e non dureranno molto quindi fateci un pensiero prima che sia troppo tardi.

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