Semplicemente un vino assoluto: Morgon 3.14 2016, Jean Foillard

Semplicemente un vino assoluto: Morgon 3.14 2016, Jean Foillard

"Indipendentemente dalle vostre preferenze tra i cru del Beaujolais, una cosa è certa: Jean Foillard è il benchmark assoluto".  
 
 
 
"Sono stato abbastanza fortunato da aver bevuto vini di Foillard dopo decenni in bottiglia e sono a dir poco magici".
 
 
 
 
 "Il Morgon 3.14 è il più grande vino del Beaujoais (sebbene Métras l'Ultime e Dutraive Cuvée Champagne meritino una menzione d'onore). Viti di oltre 100 anni su granito decomposto. Affinato in botti usate."
 
 
 
 
Queste sono solo alcune delle citazioni riguardanti un produttore (Jean Foillard) e un vino (il Morgon 3.14) che hanno fatto la storia e stanno facendo il presente del Beaujolais, regione francese del vino al confine con la Borgogna. 
 
 
 

Perché una cosa è certa. In generale, i Beaujolais hanno una impareggiabile accessibilità al momento del rilascio ma spesso sono cuvée che migliorano e si trasformano col tempo: gli elementi setosiarmoniosi e fruttati sono presenti fin da subito per poi maturare con gli anni e acquisire ulteriore profondità. Foillard offre il meglio sia nel breve che nel lungo periodo.
 
 
 
 
 
Insomma, questo Morgon 3.14 2016 di Foillard è un vino assoluto da tutti i punti di vista.
 
 
Perché se Cote du Py è la collina magica del Morgon, questo vino ne è l’esaltazione più estrema. 3.14 è infatti la cuvée proveniente esclusivamente dalle vecchie viti ultracentenarie, su terreno con prevalenza di scisti in decomposizione e manganese. Macerazione carbonica e successiva maturazione in botti di legno senza solforosa aggiunta, per un periodo che va dai 6 ai 9 mesi, conducono ad uno degli esiti più sensazionali e ammalianti di tutto il Beaujolais.
 
  
 
 
Profumo delicato di kirsch, fiori secchi in infusione, nocciolo di pesca, spezie dolci e una sottile nota ematica sul fondo.
Il sorso è bellissimo, appagante, slanciato e profondo: tannino levigatissimo e trama vellutata restituiscono una tattilità incisiva e sinuosa, dai rimandi di ciliegia e lampone che pervadono il cavo orale con una piacevolezza contagiosa.

 
 
 
 

Un vino di 5 anni che sembra appena spillato e che al contempo trasmette una idea di armonia che è preludio di longevità difficilmente quantificabile se non in decenni, per raggiungere quella maturità che talvolta può ricordare alcuni vecchi grandi Borgogna rossi. 
O forse un vecchio Beaujolais - a cui non siamo abituati - è solo un grande vecchio Beaujolais che profuma di Gamay adulto nel suo terroir d'elezione.
 
 
 
 
 
 
 
Il Morgon Cuvée 3.14 2016 è un bellissimo vino in divenire, che si dispiega nel bicchiere con profumi di petali di rosa, arancia rossa, frutti di bosco dolci, carni affumicate e alcune note di testa sottilmente riduttive che si dissolvono nel bicchiere.
Al palato è di corpo da medio a pieno, vellutato e avvolgente, con un profilo più profondo e riservato rispetto al Côte du Py 2016 di Foillard, sostenuto da un'acidità succulenta e incorniciato da tannini puntiformi. In questo momento, il divario tra le due cuvée non è molto pronunciato, ma mi aspetto che si apra con il passare del tempo e che il 3.14, più concentrato ma altrettanto equilibrato, inizi a distendersi
".
95 +/ 100 (William Kelley, Numero 244, The Wine Advocate)
 
 
 
 
 
 
 
E infatti è andata proprio come intuito da William Kelley su The wine Advocate. Considerando che la recensione è dell'agosto 2019 i conti tornano alla perfezione e i 2 anni in vetro hanno conferito al liquido una compiutezza magistrale e libidinosa.
 
 
 
  
 
 
 
Bottiglia meravigliosa! 



Null'altro da aggiungere, la trovate qui.
 

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