Il Cortese di Oltretorrente tra i Vini da scoprire di Castagno-Gravina-Rizzari è proprio una bella sorpresa

Il Cortese di Oltretorrente tra i Vini da scoprire di Castagno-Gravina-Rizzari è proprio una bella sorpresa

Quello sui Vini da scoprire è un libro da tenere d’occhio perché il tridente composto da Armando Castagno, Giampaolo Gravina e Fabio Rizzari miscela acume, competenza e doti letterarie non comuni nel panorama del vino italiano. Uscito da pochi giorni il secondo volume, col sottotitolo “La riscossa dei vini leggeri“, non abbiamo potuto fare a meno di sfogliarlo e trovarci una bella sorpresa, pescata da una realtà che abbiamo fortemente voluto e che è entrata in catalogo proprio quest’anno.

Siamo sui Colli Tortonesi e la storia di Oltretorrente parla di due agronomi milanesi, compagni nel lavoro e nella vita, che a un certo punto decidono di intraprendere il loro percorso di “pendolari al contrario”, da Milano a Paderna, in provincia di Alessandria. Quella di Chiara Penati e Michele Conoscente è una traiettoria di vita che parte dalle opportunità della grande città per tornare alla terra, tra le viti, in un mondo come quello del vino che solitamente viaggi al contrario.

La bella sorpresa del libro, a dirla tutta, è il rilievo dedicato non tanto a Timorasso o Barbera bensì al Cortese, uva un po’ dimenticata cui i nostri “eroi” dedicano pari attenzione e cura. “Viticoltura sostenibile, fermentazioni spontanee e sempre massima attenzione alla pulizia formale e all’adesione dei vini ai terroir di origine”.

Il passaggio dedicato ai vini ci conforta nella scelta che abbiamo fatto e farà proprio un gran piacere agli Oltretorrente.

Le due Barbera e il Timorasso sono precise e di notevole ampiezza. Invece il Cortese (2014) ci ha lasciati in stato stuporoso sin dal primo assaggio: è un vino che porge un bagaglio aromatico ricco con assoluta disinvoltura e senza sacrificare nulla in termini di tonicità, spontaneità e freschezza di beva. Affina in acciaio restando circa otto mesi a contatto con i propri lieviti, e non passa attraverso la fermentazione malolattica. Tecnicismi a parte, è un gran bianco, che può accompagnare le preparazioni semplici della gastronomia vernacolare ma all’occorrenza anche tenere a bada le più strampalate invenzioni di cucina creativa di taluni invasati.

Che dire? Son proprio soddisfazioni. Vini da scoprire, appunto.

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