Che bella sorpresa leggere di Bourgeois-Diaz nel libro sullo Champagne di Samuel Cogliati

Che bella sorpresa leggere di Bourgeois-Diaz nel libro sullo Champagne di Samuel Cogliati

A dire il vero, i libri sulla/o Champagne di Samuel Cogliati – ex Porthos, da anni autore ed editore in proprio – sono due e, come sempre con i libri di Possibilia Editore, valgono il prezzo del biglietto. In questo caso, a maggior ragione perché Cogliati, francese di nascita, è unanimemente riconosciuto come uno dei massimi esperti italiani di vino francese.

Le sue analisi indipendenti vanno sempre lette con attenzione e, in questo caso, di volumi ne servivano effettivamente due: Champagne – L’immaginario e il reale è una analisi approfondita della regione e delle sue peculiarità produttive, tra le più celebrate, uniche e peculiari al mondo ma al contempo con problematicità e aspetti sensibili che meritano molta attenzione.

Champagne – Vignaioli e vini, invece, approfondisce la conoscenza di oltre 60 vignaioli, con particolare attenzione al “fenomeno récoltant” piuttosto che alle grandi Maison. Ed è proprio in questo volume che siamo andati a scovare parole molto interessanti per uno dei produttori di Champagne presenti nel nostro catalogo, domaine che opera su quattro comuni della Vallée de la Marne. Zona di pinot meunier cui però l’azienda affianca robuste dosi di pinot noir (30%) e chardonnay (15%), con piante mediamente di 35 anni e certificazione biodinamica Demeter ottenuta nel 2015. Vinificazioni sempre parzialmente in legno e dosaggi mai oltre i 2 g/l hanno portato a vini che, soprattutto negli ultimi anni, si smarcano per particolare nitidezza e carattere.

“Il domaine si è rivelato tra i più brillanti e costanti di tutta la degustazione riservata a questo volume” scrive Cogliati riempiendoci di gioia: “se ve ne fosse bisogno, dimostra così che la qualità del lavoro – in vigna e in cantina – può ampiamente riscattare un territorio che non si distingue certo per il prestigio. Molto naturali nel timbro, questi Champagne sono fervidi, energici e ritmati, caratterizzati da una vinosità autorevole e – cosa inattesa sia per l’areale enografico sia per il vitigno principale, il meunier – assai eleganti. La matrice è quella di uno stile libero e “territoriale”, basato sul fondo (carne e scheletro al tempo stesso) e non sui fronzoli.

(…) Il lavoro di Bourgeois-Diaz andrà seguito molto da vicino, anche in considerazione dei prezzi ancora piuttosto ragionevoli”.

Bene, proprio ora che la sete inizia a salire con queste parole, peschiamo un paio delle note di degustazione vergate dal Cogliati. L’Extra-Brut blanc de noirs “N” è vinoso, profondo e generoso, maturo e speziato, rustico e verace. Extra-brut “M” è un inno al pinot meunier, teso, croccante e asciutto! Ultima menzione meritatissima è quella per il Brut nature rosé de saignée “RS”, rosato quasi cerasuolo, arcaico e vinoso tanto da ricordare un grignolino con le bolle. “Non è certo ammiccante bensì rigoroso, “calvinista”, stringato. Uno Champagne molto maschio, insomma, solo per palati allenatissimi.

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