La compagnia è di quelle nobili e non ha usato mezzi termini Luciano Pignataro parlando di Amore Primitivo: dieci etichette (più una) del rosso pugliese che fa impazzire gli italiani. Accanto ai vari Gianfranco Fino, Morella, Nicola Chiaromonte, Polvanera, Attanasio, Vinicola Savese e altri, ecco spuntare il Primitivo di Gioia del Colle Riserva 2013 di Fatalone. Di Primitivo in Italia si parla ma ancora troppo poco: vino imponente, importante, che non ha goduto del successo che ci si sarebbe aspettato quando concentrazione, estratti e densità andavano per la maggiore ma che, al contrario, sta vivendo di luce propria proprio negli ultimi anni grazie al lavoro di molte delle aziende menzionate.
Pignataro, cronista attento in special modo alla viticoltura dell’Italia meridionale, non usa mezzi termini nell’attacco dell’articolo: “Si legge Sud e si pronuncia Primitivo. Di Manduria o di Gioia del Colle poco importa agli occhi degli appassionati. Il fatto è che questo rosso, molto problematico sino a qualche anno fa, è diventato la punta di diamante dell’enologia pugliese e del Sud.”
La Riserva di Fatalone ha molti pregi ma su tutti una serietà/severità produttiva che non concede scampo: agricoltura biologica certificata, senza irrigazione, inerbimento spontaneo con sovescio, fermentazione spontanea con macerazione in acciaio a temperatura controllata per 10-12 giorni con soli lieviti indigeni, malolattica naturale e solfitazioni solo a malolattica conclusa. Nessuna chiarifica, stabilizzazione o filtrazione.
E il risultato è decisamente confortante, specie pensando a un prezzo sullo scaffale che pone Fatalone tra i migliori vini della zona per prezzo/felicità:
Un vino, una leggenda lunga cinque generazioni che adesso vede il timone in mano a Pasquale. Qui ci siamo spostati a Gioia, l’azienda mantiene attenzione alla sostenibilità ambientale e i suoi fini sono praticamente terni come hanno dimostrato più di una verticale. Uno stile meridionale, di potenza, di frutta e di alcol, ma è materia bevibile perché la freschezza resta il presupposto di partenza per la lavorazione. Risultato: un rosso di carattere, molto buono. Sui 20 euro.
Sarà il caso di scoprire il Primitivo partendo proprio da qui?