Vecchio Samperi di Marco De Bartoli, il mito

Vecchio Samperi di Marco De Bartoli, il mito

Parafrasando George Orwell e la sua Animal Farm, tutti i vini sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri e il Vecchio Samperi di Marco De Bartoli è un concentrato di storia, ostinazione, voglia di riscatto come poche altre bottiglie in giro.

Un Marsala da manuale che per assurdo non può nemmeno chiamarsi Marsala, da quest’anno nella vecchia-nuova bottiglia e ribattezzato semplicemente “Vino”. Racconta una Marsala (città) che non c’è più e un Marsala (vino) che non c’è ancora, così avulso dalle abitudini locali ma così apprezzato ambasciatore della patria di provenienza: “nemo propheta in patria”.

Servito freddo funge da aperitivo nonostante i 16,5% gradi di alcol: tradizione british non così praticata da noi ma il Vecchio Samperi è un invito alla resistenza che guardando indietro è vettore di rinnovamento. Al dispregiativo “marsalato”, cioè ossidato, il non-Marsala Vecchio Samperi contrappone una riscoperta che ha nel metodo “perpetuo” l’orizzonte di vita, infinito e inossidabile perché chirurgicamente amico dell’ossigeno già nella genesi. Oltre 20 le annate di vino contenute in una singola bottiglia, con un 5% di liquido fresco che ogni anno colma botti enormi che conservano e cristallizzano la memoria di gusto perennemente in divenire.

Vecchio Samperi è un viaggio. Uve grillo in purezza, 3.500 ceppi per ettaro con radici che hanno origini tra il 1970 ed il 1996 nel territorio di C.da Samperi, a Marsala (pianeggiante di medio impasto, sabbioso-calcareo). Piante ad alberello e contro-spalliera Guyot, 20 hl di resa per ettaro vendemmiati l’ultima decade di settembre. Selezione manuale delle uve, spremitura soffice, sedimentazione naturale, fermentazione tradizionale in fusti di rovere e castagno a temperatura ambiente.

Senza solfiti aggiunti. Una volta stappato, la conservazione in frigo si misura in mesi più che settimane.

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