Sull’Etna c’è il meraviglioso mondo di Anna Martens e quanto ci piace il Palmento XVI

Sull’Etna c’è il meraviglioso mondo di Anna Martens e quanto ci piace il Palmento XVI

Per la storia del Vino di Anna non basterebbe un libro di viaggio di Jules Verne perché la “nostra” Anna ne ha davvero viste di tutti i colori nella sua vita. Anna è nata e cresciuta ad Adelaide, Australia meridionale, e già orientarsi è una bella impresa.

Studia enologia all’Univeristà di Adelaide e nel mentre fa le prime esperienze da Petaluma prima di iniziare il suo lungo tour mondiale di cantina in cantina: Borgogna, Nuova Zelanda, Mendoza in Argentina, Corbières e Stellenbosch. Nel 2001 si aggrega al team di Ornellaia, e scopre l’Etna nel 2005 grazie ad Andrea Franchetti, che dalla toscana Tenuta di Trinoro la vuole con sé in Sicilia da Passopisciaro per tre anni. Solo allora Anna decide di mettersi in proprio insieme al marito, Eric Narioo: iniziano nel 2008 e l’azienda ha origine nel 2010.

Piccola necessaria parentesi: per chi non lo sapesse, Eric è il boss e fondatore di Les Caves de Pyrene Uk oltre che di un gruppo di winebar e risturanti natural. Proprio di Eric fu l’idea di aprire un’azienda “sorella” in Italia ma torniamo alla nostra storia. La scintilla di coppia nasce in Toscana e si illumina sull’Etna con l’acquiqsto di un vecchio palmento adiacente alle vigne già lavorate nei dintorni di Solicchiata. Vino di Anna oggi consta di 5 ettari tutti lavorati in biodinamica con vigne, incantevoli microappezzamenti coltivati ad alberello. A seguire i lavori quotidiani ci sono tre etnei doc: Valerio Spampinato a tempo pieno e, part time, Tonino Rausa e Nino Genovese.

Dovessimo indicare un vino decisamente rappresentativo di Anna non potremmo che iniziare dal Palmento XVI Rosso.
90% nerello mascalese e un mix di 2% nerello cappuccio, 3% alicante (grenache) e 5% varietà bianche indigene come minella, catarratto e grecanico che sono piantate nella vigna di nerello e raccolte nello stesso momento. Pigiato coi piedi in un palmento di 250 anni. 50% delle uve – da vigne di 60-100 anni – è stata diraspata a mano mentre la restante parte viene vinificata a grappolo intero. 4 giorni di macerazione poi il mosto è trasferito in acciaio, legno non nuovo e qvevri georgiani. Sei mesi sulle fecce fini poi in bottiglia a giugno 2017, senza filtrazione e chiarifica. 5.000 bottiglie.

Fresco e vibrante, con note di ciliegia e fragole selvatiche al naso, ha bocca scorrevole e tannini setosi, molto infiltranti. E’ un vino estremo, intrigante, di montagna, severo e dalle mille sfaccettature. Profuma di Etna vero e ci affascina ogni volta col suo carattere unico. Da scoprire assolutamente.

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