Signori ma avete assaggiato il Faro 2013 di Giovanni Scarfone? Una roba senza senso

Signori ma avete assaggiato il Faro 2013 di Giovanni Scarfone? Una roba senza senso

Giovanni Scarfone non sbraccia e non scalpita, ha voce pacata, modi naturalmente gentili e un sorriso sempre disegnato in faccia. Produce nella doc Faro che dire piccola è un eufemismo, illuminata negli anni dal solo Faro Palari, nome forte nella storia del vino sicialiano. Siamo a Faro Superiore, frazione di Messina, terra di prepotente speculazione edilizia e di passaggio affacciata su Mar Tirreno e Jonio, mai capace di attirare per restare.

Bonavita, l’altra faccia di Faro” scrisse nel 2010 Mauro Mattei su Intravino, intuendo già all’epoca un futuro radioso:

Una bella collina appoggiata sul Tirreno a far da sfondo, vigne – alcune, vecchie, impiantate ad alberello – circondate da querce, terreni fatti di argille e tufo calcareo, capaci di trattenere umidità (quando c’è bisogno) ma anche di regalare sensazioni di roccia. Bonavita nasce in questo contesto, da un’attitudine familiare, dalla “digestione” di un rapporto con la terra.

Ma forse, azzardiamo, neanche Mattei avrebbe immaginato qualcosa del genere: perché il Faro 2013 di Bonavita presente al Vivit – succursale naturista all’interno del Vinitaly – col passare del tempo sta iniziando a tratteggiare il profilo di un autentico, cristallino e verace cavallo di razza.

Se ne accorsero un paio di anni fa alla guida vini dell’Espresso ma a confortare è una permanenza in bottiglia che sta accrescendo il carattere distintivo di un liquido incredibile, armonico, profondo:

Elegante e insieme grintoso all’olfatto, note di capperi ed erbe dell’orto, sfumature di catrame, gusto aggraziato e affusolato nonostante l’impegnativa quota tannica, finale lungo, energico, vitale. 18/20

Poche le bottiglie rimaste e millesimo 2014 che già scalpita ai blocchi di partenza. Enfasi siciliana ad alto tasso di coinvolgimento, Faro 2013 Bonavita già ci manca.

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