Questo Langhe Nebbiolo 2017 è una poesia: Nicholas Altare, piccola grande certezza

Questo Langhe Nebbiolo 2017 è una poesia: Nicholas Altare, piccola grande certezza

Ci sono due questioni che si intrecciano attorno al vino di cui parliamo oggi e sono entrambe fondamentali per apprezzarlo in pieno.
 
 
Il primo fattore riguarda Dogliani e il secondo si chiama Nicholas Altare. Entrambi giocano un ruolo decisivo perché un vino come questo Langhe Nebbiolo 2017 non si incontra tutti i giorni.
 
 
 
Dogliani è nelle Langhe ma pochi metri al di fuori della Langa del Barolo: una croce e una iattura, per certi versi. Trovarsi al confine con la zona di produzione del vino forse più famoso e blasonato d'Italia non è per nulla facile. Dogliani storicamente è terra di Dolcetto e dalle migliori esposizioni escono alcuni dei vini a base Dolcetto - che qui si chiamano proprio Dogliani - più interessanti in circolazione.
 
 
 
Questo ci conduce direttamente al secondo aspetto fondamentale della storia: Nicholas Altare non è un nome nuovo del vino. Lavora da anni a Monforte d'Alba presso la cantina di Ferdinando Principiano e lì ha carpito tanti segreti del mestiere, sia in vigna che in cantina.
 
 
 
Ma quella di Nicholas è anzitutto una storia di famiglia perché da 5 generazioni gli Altare di Dogliani lavorano la terra e producono uva da vino, tanto sfuso e qualche bottiglia.
 
 
È con Nicholas però che avviene la svolta: nuove consapevolezze, cura maniacale e desiderio di mettere in bottiglia il meglio del meglio, facendo tesoro del bagaglio tecnico assorbito da Principiano per realizzare finalmente un vino che senti "tuo" al 100%.
 
 
Et voilà! Il Dogliani di Nicholas è una meraviglia già alla prima annata, la 2015, vinificata a Monforte nella cantina del "mentore" e venduta in men che non si dica. Grande uva, vinificazione accorta ed ecco qua un grande Dogliani
 
 

Ma non è dello squisito Dogliani 2019 che parleremo oggi - sì, proprio squisito! (Anche perché: viti vecchie, località San Luigi stranota per l'esposizione, 3 settimane di macerazione e solo acciaio: la ricetta perfetta, in pratica). Sotto alla lente d'ingrandimento, infatti, mettiamo il secondo vino prodotto da Nicholas perchè nessuno rimarrà sorpreso nel sapere che il Langhe Nebbiolo 2017 è davvero ma davvero una poesia.
 
 

C'è sempre un po' di curiosità quando ci si cimenta col Nebbiolo perché - volenti o nolenti - nelle Langhe è l'uva di riferimento con cui ci si deve quasi imprescindibilmente confrontare ma la prova d'esordio di Nicholas è stata davvero una autentica sorpresa.

 

 

Un Nebbiolo serissimo, figlio di un'annata calda quindi già espressivo e solare, bellissimo in una serie di spiccati rimandi floreali molto classici che incollano il naso al bicchiere: precisione, pulizia e dettagli che ci hanno fatto amare subito questa bottiglia, che non sfigura assolutamente in una qualsiasi batteria di Nebbiolo pari annata di Langa. Anzi, il fondato sospetto è che farebbe un figurone!

 

 

La genesi? Vigna giovane piantata su un terreno argillo-calcareo, 3 settimane di macerazione sulle bucce e successivi 10 mesi di permanenza in una grande botte di rovere di Slavonia. Vero e proprio vin de garage (solo 1.300 bottiglie per questo esordio!)  dal perfetto mix tra agilità e spessore.

 

Si annusa che è una meraviglia e si beve che è una delizia: docile ma fermo nel corredo tannico, non si aggrappa alla lingua ma la presidia con un sorso pieno, scorrevole e molto, molto gratificante. In una parola?


Bònooooooooo!

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