Quante storie di Sicilia dentro una bottiglia (deliziosa) come il Frappato 2017 di COS

Quante storie di Sicilia dentro una bottiglia (deliziosa) come il Frappato 2017 di COS

C'è qualcosa di affascinante nel ricordare che per decenni la Sicilia del vino sia stata associata a vini ricchi, potenti e grassi. Non che sia un pensiero confortante, specie avendo nel bicchiere un vino che incarna la Sicilia contemporanea del vino con una nitidezza coinvolgente, fotografia dai toni decisi e contrastati ma con un bilanciamento che è il tratto distintivo delle aziende con idee chiare e di lunga gittata. Non è il vino dell'enologo ma mette tutti d'accordo perché il Frappato 2017 di COS è capace di solleticare puntualmente le corde del nostro gusto. Uva autoctona della Sicilia orientale (il nome "frappatu" o "frappato" pobabilmente richiama il fruttato), usata in blend nell'unica docg isolana - il Cerasuolo di Vittoria - ma, soprattutto negli ultimi anni, valorizzata anche in purezza per renderne evidenti i caratteri di eleganza e raffinatezza nonché versatilità a tavola. Altroché corpo, volume e densità. Non scopriamo nulla coi vini di Titta Cilia e Giusto Occhipinti, avamposto storico di un approccio "altro" alla Sicilia del vino. Correva l'anno 1980 quando i tre produttori più giovani d'Italia, i tre amici Giambattista Cilia, Giusto Occhipinti e Cirino Strano (COS è l'acronimo dei cognomi), ricevono in affitto da Giuseppe Cilia, padre di Giambattista, la vecchia cantina di famiglia e l’attigua vigna ad alberello, nella storica località di Bastonaca. Il 5 ottobre vendemmiano la prima annata che produrrà 1.470 bottiglie. Inizia così un lungo percorso di rinascita del Cerasuolo di Vittoria, prende piede un approccio biodinamico in campagna, in cantina nel 2000 arriva la terracotta (da cui la linea Pithos), nel 2005 la prima vendemmia a Cerasuolo di Vittoria (unica docg in Sicilia) e nel 2007 la nuova cantina funzionante nel caseggiato di Fontane, dove scompare il legno e arrivano 150 anfore.

Il Frappato 2017 è rubino trasparente e lo abbiamo trovato in splendida forma anche 5 giorni dopo la stappatura. Naso invitante, fresco e mediterraneo: pineta, prugne, viole, rosmarino, il ventaglio è immediato e coinvolgente. In bocca il vino sciolto e ritmato, dalla succosità coinvolgente che ha nell'articolazione gustativa un grandissimo pregio. Rinfresca il palato e ingolosisce, a tavola spadroneggia e si infila tra un piatto e l'altro come uno scattista.

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