Perché ci sono luoghi che sembrano nati per restare fuori dalle mappe del vino ma che – come certi personaggi minori nei romanzi – alla fine si prendono la scena.
La Garfagnana, incuneata tra le Alpi Apuane e l’Appennino, non ha mai avuto pretese di grandezza enologica. Eppure da qualche anno un manipolo di produttori testardi sta riscrivendo il finale del libro.
Al centro di questo piccolo rinascimento c’è Podere Concori, l’azienda biodinamica di Gabriele da Prato, visionario quanto basta per piantare Syrah in quota e uscirne vivo.
Anzi, trionfante.
E il vino in questione si chiama Flos Concori 2024, una Syrah Rosa né moda né scarto di vinificazione.
Lo bevi e pensi: "Ma da dove salta fuori?".
E allora qualcuno ti racconta di quel campo a 500 metri, delle viti lavorate a mano, delle notti piene di umidità e dei giorni pieni di luce, di come la Syrah qui parli un dialetto diverso – più dolce, più teso, più timido, forse, ma incredibilmente sincero.
È un’idea precisa: dare alla Syrah una forma liquida che somigli più a un’infiorescenza di montagna che a un vino da happy hour. Il nome già dice tutto: flos, cioè fiore. |