Amore a prima vista: Monte di Grazia Bianco 2015. Giusto un problema: solo 600 bottiglie

Amore a prima vista: Monte di Grazia Bianco 2015. Giusto un problema: solo 600 bottiglie

Saranno le varietà autoctone, ginestra, pepella e biancatenera, o magari sarà un gusto composito e infiltrante eppur leggiadro, lieve e a forma di nuvola, con soli 10,5 gradi di alcol che schiariscono i pensieri. Il viaggio intorno al Bianco firmato Monte di Grazia (lotto 2015) può partire indifferentemente dall’inizio e dalla fine.

Perché siamo a Tramonti, in quello spicchio di terra baciato dagli dei che è la costiera amalfitana. Solo 2,7 gli ettari aziendali letteralmente immersi in un panorama che lascia senza fiato, incastro perfetto e magnetico di montagna e mare. Un posto del genere è l’habitat naturale per le viti di Alfonso Arpino, che ha la viticoltura nel DNA. Terreni vulcanici sui quali hanno dimora queste piante centenarie con tronchi che arrivano fino ai 40 centimetri di diametro. Viticoltura antica a tendone dove, tra una vite e l’altra, vengono coltivati pomodori, zucchine, basilico e molte altre verdure.

Questo Bianco igt Campania è come se in qualche modo raccontasse tutto questo e anche di più. Di una solarità cristallina senza eccessivo calore, ricorda scorza di limone, mandorla lessa, fiori di ginestra e iodio. Il naso è bellissimo, intrigante e magnetico. Scaldandosi un po’ arrivano anche amaretto e pasta di mandorle. In bocca il liquido è leggiadro, armonico, più saporito che acido, poco alcolico. Frutto di tanta fatica, non affattica nemmeno lontanamente anzi corrobora e rinvigorisce. Goduriosissimo.

Unico neo, le quantità prodotte (ad un prezzo che, in proporzione, non ha eguali): solo 600 bottiglie.

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